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La Costa dei Trabocchi è un tratto del litorale abruzzese, nel medio Adriatico, esteso lungo la strada statale 16 Adriatica e corrispondente alla maggior parte della costa provincia di Chieti. Il litorale è caratterizzato dalla diffusa presenza di trabocchi, antiche macchine da pesca su palafitta.
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Costa dei Trabocchi
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La Costa dei Trabocchi è un tratto del litorale abruzzese, nel medio Adriatico, esteso lungo la strada statale 16 Adriatica e corrispondente alla maggior parte della costa provincia di Chieti. Il litorale è caratterizzato dalla diffusa presenza di trabocchi, antiche macchine da pesca su palafitta.
Divisa tra il centro storico collinare, situato tra i fiumi Pescara e Alento, e il quartiere Chieti scalo nella Val Pescara, la città è posta a breve distanza sia dal mare che dalla montagna. In passato è stata la principale città del popolo dei Marrucini, municipio al tempo dei Romani, e successivamente capoluogo dell'Abruzzo Citeriore; durante la seconda guerra mondiale venne dichiarata città aperta a causa del gran numero di sfollati che vi trovarono rifugio. Secondo alcune leggende le origini storiche di Chieti si confondono con la mitologia:[8][9] una leggenda racconta che l'odierna Chieti fu fondata nel 1181 a.C. dall'eroe Achille, che la chiamò Teate in onore di sua madre. L'eroe omerico è rappresentato nello stemma del comune su un cavallo rampante, mentre regge una lancia e uno scudo su cui è raffigurata una croce bianca su campo rosso con quattro chiavi, che rappresentano le quattro porte d'ingresso della Chieti medievale (Porta Sant'Anna, Porta Santa Maria, Porta Napoli e Porta Pescara). Altre leggende sulle origini di Chieti, riportate da Lucio Camarra, Girolamo Nicolino e Niccolò Toppi, ma anche dal poeta Federico Valignani, narrano che venne fondata dai Pelasgi in onore della ninfa Teti (dal greco Thètis, Θετις)[10]. Secondo lo scrittore Girolamo Nicolino la nascita di Chieti risalirebbe al 1181 a.C. Strabone riporta che la città era chiamata in origine Teatéa (Τεατέα), ed era il centro principale dei Marrucini (τὴν τῶν Μαρρουκίνων μητρόπολιν)[11]. In epoca romana la città era chiamata Teate Marrucinorum, in quanto centro principale del popolo dei Marrucini. Questi ultimi furono protagonisti di duri scontri con Roma, conclusi nel 304 a.C. con un trattato di pace chiesto dai Marrucini e altri alleati italici. Da quel momento i Marrucini divennero alleati dei Romani, offrendo loro appoggio militare in numerose battaglie della repubblica contro Pirro, i Galli cisalpini, Perseo di Macedonia, Annibale e Asdrubale. Teate partecipò alla Guerra sociale per il riconoscimento della cittadinanza romana a tutti gli Italici e dove perse la vita, sconfitto da Gaio Mario, il condottiero marrucino Asinio Herio, (la cui stirpe, trasferita a Roma, formò la gens Asinia); inizialmente Asinio Herio per la sua condotta antiromana provocò imbarazzo nella gens, riablitata col nipote Asinio Pollione, e anche a Teate, come ricordano Camarra e Nicolino con la gens dei Vezii, il cui membro più famoso, Marco Vezio Marcello, costruì i templi e il teatro. Roma vinse la Guerra sociale ma concesse la cittadinanza a tutti i popoli italici. Nel 91 a.C. Chieti entrò definitivamente nell'orbita romana: fu eretta a municipio e urbanizzata, secondo i canoni romani, divenne così uno dei principali centri economici della regione, e arrivò a contare oltre 60 000 abitanti[senza fonte], una popolazione considerevole per l'epoca. Fu arricchita delle strutture proprie dei municipi romani con un foro, un teatro da cinquemila posti e circa ottanta metri di diametro avente come sfondo il monte Gran Sasso d'Italia (visibili tuttora resti di un pezzo di cavea), un anfiteatro di medie dimensioni (60x40 metri) da quattromila posti (restaurato, utilizzabile), un acquedotto con relative canalizzazioni anche sotterranee e le terme, strutture ancora parzialmente visibili in vari stati di conservazione e dotate di cisterna sotterranea a nove ambienti di grande capacità e ottimamente conservate.
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Chieti
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Divisa tra il centro storico collinare, situato tra i fiumi Pescara e Alento, e il quartiere Chieti scalo nella Val Pescara, la città è posta a breve distanza sia dal mare che dalla montagna. In passato è stata la principale città del popolo dei Marrucini, municipio al tempo dei Romani, e successivamente capoluogo dell'Abruzzo Citeriore; durante la seconda guerra mondiale venne dichiarata città aperta a causa del gran numero di sfollati che vi trovarono rifugio. Secondo alcune leggende le origini storiche di Chieti si confondono con la mitologia:[8][9] una leggenda racconta che l'odierna Chieti fu fondata nel 1181 a.C. dall'eroe Achille, che la chiamò Teate in onore di sua madre. L'eroe omerico è rappresentato nello stemma del comune su un cavallo rampante, mentre regge una lancia e uno scudo su cui è raffigurata una croce bianca su campo rosso con quattro chiavi, che rappresentano le quattro porte d'ingresso della Chieti medievale (Porta Sant'Anna, Porta Santa Maria, Porta Napoli e Porta Pescara). Altre leggende sulle origini di Chieti, riportate da Lucio Camarra, Girolamo Nicolino e Niccolò Toppi, ma anche dal poeta Federico Valignani, narrano che venne fondata dai Pelasgi in onore della ninfa Teti (dal greco Thètis, Θετις)[10]. Secondo lo scrittore Girolamo Nicolino la nascita di Chieti risalirebbe al 1181 a.C. Strabone riporta che la città era chiamata in origine Teatéa (Τεατέα), ed era il centro principale dei Marrucini (τὴν τῶν Μαρρουκίνων μητρόπολιν)[11]. In epoca romana la città era chiamata Teate Marrucinorum, in quanto centro principale del popolo dei Marrucini. Questi ultimi furono protagonisti di duri scontri con Roma, conclusi nel 304 a.C. con un trattato di pace chiesto dai Marrucini e altri alleati italici. Da quel momento i Marrucini divennero alleati dei Romani, offrendo loro appoggio militare in numerose battaglie della repubblica contro Pirro, i Galli cisalpini, Perseo di Macedonia, Annibale e Asdrubale. Teate partecipò alla Guerra sociale per il riconoscimento della cittadinanza romana a tutti gli Italici e dove perse la vita, sconfitto da Gaio Mario, il condottiero marrucino Asinio Herio, (la cui stirpe, trasferita a Roma, formò la gens Asinia); inizialmente Asinio Herio per la sua condotta antiromana provocò imbarazzo nella gens, riablitata col nipote Asinio Pollione, e anche a Teate, come ricordano Camarra e Nicolino con la gens dei Vezii, il cui membro più famoso, Marco Vezio Marcello, costruì i templi e il teatro. Roma vinse la Guerra sociale ma concesse la cittadinanza a tutti i popoli italici. Nel 91 a.C. Chieti entrò definitivamente nell'orbita romana: fu eretta a municipio e urbanizzata, secondo i canoni romani, divenne così uno dei principali centri economici della regione, e arrivò a contare oltre 60 000 abitanti[senza fonte], una popolazione considerevole per l'epoca. Fu arricchita delle strutture proprie dei municipi romani con un foro, un teatro da cinquemila posti e circa ottanta metri di diametro avente come sfondo il monte Gran Sasso d'Italia (visibili tuttora resti di un pezzo di cavea), un anfiteatro di medie dimensioni (60x40 metri) da quattromila posti (restaurato, utilizzabile), un acquedotto con relative canalizzazioni anche sotterranee e le terme, strutture ancora parzialmente visibili in vari stati di conservazione e dotate di cisterna sotterranea a nove ambienti di grande capacità e ottimamente conservate.
Pescara è una città italiana sulla costa adriatica. È nota per le spiagge e come luogo di nascita del poeta Gabriele D'Annunzio. La Casa Natale di Gabriele D'Annunzio, sua casa d'infanzia, ospita un museo sulla sua vita e sulle sue opere. Il Museo delle Genti d'Abruzzo espone mostre sui settori regionali come la ceramica e l'olio d'oliva. Presso il Museo d'Arte Moderna Vittoria Colonna è possibile ammirare opere di Miró e Picasso.
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Pescara
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Pescara è una città italiana sulla costa adriatica. È nota per le spiagge e come luogo di nascita del poeta Gabriele D'Annunzio. La Casa Natale di Gabriele D'Annunzio, sua casa d'infanzia, ospita un museo sulla sua vita e sulle sue opere. Il Museo delle Genti d'Abruzzo espone mostre sui settori regionali come la ceramica e l'olio d'oliva. Presso il Museo d'Arte Moderna Vittoria Colonna è possibile ammirare opere di Miró e Picasso. 
Scanno è un paesino dell’Abruzzo interno, in provincia dell'Aquila, una perla incastonata a mille metri di altitudine nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, dove i monti si rispecchiano nelle splendide acque del lago
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Scanno
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La grotta del Cavallone è una grotta di interesse speleologico che si apre nella Valle di Taranta, nel cuore del Parco nazionale della Majella, e ricade nel territorio del comune di Lama dei Peligni, in provincia di Chieti.
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Grotta del Cavallone
Via Gravara
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La grotta del Cavallone è una grotta di interesse speleologico che si apre nella Valle di Taranta, nel cuore del Parco nazionale della Majella, e ricade nel territorio del comune di Lama dei Peligni, in provincia di Chieti. 
  SAN DEMETRIO NE' VESTINI VEDERE Grotte di Stiffe Grotte Orari Estivo (1 Aprile – 15 Ottobre): Dalle ore 10.00 alle ore 18.00 (1) (chiusura biglietteria ore 17.45 con ultimo ingresso alle ore 18.00) Invernale (16 Ottobre – 31 Marzo): Dalle ore 10.00 alle ore 17.00  (1) (chiusura biglietteria ore 16.45 con ultimo ingresso alle ore 17.00) Informazioni La visita è sempre guidata ed avrà la durata di 1 ora. La temperatura interna è di 10 gradi tutto l’anno si consiglia abbigliamento adeguato e scarpe comode possibilmente con suola antiscivolo. Non sono ammessi animali in Grotta neanche di piccola taglia. L’ingresso è fortemente sconsigliato ai cardiopatici gravi e a chi soffre di serie malattie respiratore. Si deve arrivare in biglietteria situata presso l’ingresso della grotta 20 minuti prima dell’orario prescelto. Prenotazioni Prima di acquistare il biglietto ed effettuare la visita si prega di leggere il REGOLAMENTO DELLE GROTTE IMPORTANTE: SI RACCOMANDA DI PRESENTARSI IN BIGLIETTERIA 20 MINUTI PRIMA DELLA PRENOTAZIONE. PrenotaClicca qui   Biglietto ridotto: Bambini dai 6 compiuti ai 14 anni Over 70 Studenti universitari (2) Gruppi: Gruppi organizzati pari o superiori a 20 persone Ingresso Gratuito: Bambini sotto i 6 anni Portatori di handicap compreso accompagnatore (3) Invalidi al 100% compreso accompagnatore (3) Residenti nel comune di San Demetrio ne’ Vestini Descrizione Le Grotte di Stiffe sono, tecnicamente parlando, una “risorgenza”, cioè il punto in cui un fiume torna alla luce dopo un tratto sotterraneo; nel caso di Stiffe questo punto è situato all’apice della forra che sovrasta il piccolo paese omonimo.  Foto di Alberto Di Fabio La risorgenza di Stiffe è conosciuta da molti anni dagli abitanti del luogo, infatti esistono documenti che ne fanno risalire la conoscenza dei primi ambienti in tempi molto lontani. Proprio la presenza di un copioso corso d’acqua all’interno della grotta ha permesso, agli inizi del XX secolo, la costruzione di una centrale idroelettrica: alimentata dalle acque trasportate a valle per mezzo di una condotta forzata, di cui qualche tratto è ancora visibile in prossimità dell’ingresso, ed ha costituito fonte di energia sino alla sua distruzione avvenuta durante la seconda guerra mondiale.
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Stiffe Caves
2 Via Del Mulino Stiffe
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  SAN DEMETRIO NE' VESTINI VEDERE Grotte di Stiffe Grotte Orari Estivo (1 Aprile – 15 Ottobre): Dalle ore 10.00 alle ore 18.00 (1) (chiusura biglietteria ore 17.45 con ultimo ingresso alle ore 18.00) Invernale (16 Ottobre – 31 Marzo): Dalle ore 10.00 alle ore 17.00  (1) (chiusura biglietteria ore 16.45 con ultimo ingresso alle ore 17.00) Informazioni La visita è sempre guidata ed avrà la durata di 1 ora. La temperatura interna è di 10 gradi tutto l’anno si consiglia abbigliamento adeguato e scarpe comode possibilmente con suola antiscivolo. Non sono ammessi animali in Grotta neanche di piccola taglia. L’ingresso è fortemente sconsigliato ai cardiopatici gravi e a chi soffre di serie malattie respiratore. Si deve arrivare in biglietteria situata presso l’ingresso della grotta 20 minuti prima dell’orario prescelto. Prenotazioni Prima di acquistare il biglietto ed effettuare la visita si prega di leggere il REGOLAMENTO DELLE GROTTE IMPORTANTE: SI RACCOMANDA DI PRESENTARSI IN BIGLIETTERIA 20 MINUTI PRIMA DELLA PRENOTAZIONE. PrenotaClicca qui   Biglietto ridotto: Bambini dai 6 compiuti ai 14 anni Over 70 Studenti universitari (2) Gruppi: Gruppi organizzati pari o superiori a 20 persone Ingresso Gratuito: Bambini sotto i 6 anni Portatori di handicap compreso accompagnatore (3) Invalidi al 100% compreso accompagnatore (3) Residenti nel comune di San Demetrio ne’ Vestini Descrizione Le Grotte di Stiffe sono, tecnicamente parlando, una “risorgenza”, cioè il punto in cui un fiume torna alla luce dopo un tratto sotterraneo; nel caso di Stiffe questo punto è situato all’apice della forra che sovrasta il piccolo paese omonimo.  Foto di Alberto Di Fabio La risorgenza di Stiffe è conosciuta da molti anni dagli abitanti del luogo, infatti esistono documenti che ne fanno risalire la conoscenza dei primi ambienti in tempi molto lontani. Proprio la presenza di un copioso corso d’acqua all’interno della grotta ha permesso, agli inizi del XX secolo, la costruzione di una centrale idroelettrica: alimentata dalle acque trasportate a valle per mezzo di una condotta forzata, di cui qualche tratto è ancora visibile in prossimità dell’ingresso, ed ha costituito fonte di energia sino alla sua distruzione avvenuta durante la seconda guerra mondiale.
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