Omodile's Guidebook

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Sightseeing

Il lago Omodeo è uno scrigno che sotto l’acqua nasconde vari tesori: tombe di giganti, domus de janas, un insediamento prenuragico, una foresta tropicale fossile con alberi di 20 milioni di anni, ossa di animali estinti, i resti di un paese ricostruito altrove e anche una casa a due piani che appare e scompare a seconda del livello dell’acqua. Sembra che questo edificio non voglia abbandonare del tutto la superficie, anche se il suo tempo è passato da un pezzo ed è legato alla storia della vecchia diga di Santa Chiara. Che comincia circa un secolo fa. Nel 1917 iniziano i lavori che porteranno alla realizzazione di quello che per decenni sarà considerato il più grande lago artificiale d’Europa. La progettazione è affidata all’ingegnere Angelo Omodeo, colui che darà il nome al lago, e la costruzione all’ing. Giulio Dolcetta. Noi forse avremmo preferito Lago Dolcetta, ma non facciamo polemiche. Comunque nel vicino villaggio di Santa Chiara c’erano sia via Omodeo sia piazza Dolcetta, quindi va bene così. A valle della diga venne costruita la centrale idroelettrica, e grazie ad essa Ulà Tirso fu il primo paese della Sardegna ad avere l’energia elettrica. All’epoca, e per molto tempo, l’Omodeo era il lago artificiale più grande d’Europa, come tutti i bambini sardi, per decenni, hanno imparato a memoria sui libri di scuola. Ma arrivò per la vecchia diga il momento di andare in pensione: nel 1997 venne inaugurata la nuova diga, più alta e dal bacino più capiente, che comportò un innalzamento del livello dell’acqua. Così la valle venne sommersa e tutto, animali estinti, foresta tropicale, resti di Zuri, sparì per sempre sotto l’acqua. O quasi. Ogni tanto, quando il livello dell’acqua cala, viene fuori il passato: la foresta pietrificata, qualche nuraghe, pali della luce e anche quella che viene chiamata la casa del capocentrale o da alcuni “casa del custode”.
Diga di Santa Chiara del Tirso
Via Fiume
Il lago Omodeo è uno scrigno che sotto l’acqua nasconde vari tesori: tombe di giganti, domus de janas, un insediamento prenuragico, una foresta tropicale fossile con alberi di 20 milioni di anni, ossa di animali estinti, i resti di un paese ricostruito altrove e anche una casa a due piani che appare e scompare a seconda del livello dell’acqua. Sembra che questo edificio non voglia abbandonare del tutto la superficie, anche se il suo tempo è passato da un pezzo ed è legato alla storia della vecchia diga di Santa Chiara. Che comincia circa un secolo fa. Nel 1917 iniziano i lavori che porteranno alla realizzazione di quello che per decenni sarà considerato il più grande lago artificiale d’Europa. La progettazione è affidata all’ingegnere Angelo Omodeo, colui che darà il nome al lago, e la costruzione all’ing. Giulio Dolcetta. Noi forse avremmo preferito Lago Dolcetta, ma non facciamo polemiche. Comunque nel vicino villaggio di Santa Chiara c’erano sia via Omodeo sia piazza Dolcetta, quindi va bene così. A valle della diga venne costruita la centrale idroelettrica, e grazie ad essa Ulà Tirso fu il primo paese della Sardegna ad avere l’energia elettrica. All’epoca, e per molto tempo, l’Omodeo era il lago artificiale più grande d’Europa, come tutti i bambini sardi, per decenni, hanno imparato a memoria sui libri di scuola. Ma arrivò per la vecchia diga il momento di andare in pensione: nel 1997 venne inaugurata la nuova diga, più alta e dal bacino più capiente, che comportò un innalzamento del livello dell’acqua. Così la valle venne sommersa e tutto, animali estinti, foresta tropicale, resti di Zuri, sparì per sempre sotto l’acqua. O quasi. Ogni tanto, quando il livello dell’acqua cala, viene fuori il passato: la foresta pietrificata, qualche nuraghe, pali della luce e anche quella che viene chiamata la casa del capocentrale o da alcuni “casa del custode”.
complesso di ben 27 domus de Janas - casa delle fate- , tombe ipogeiche risalenti alla età neolitica scavate nella roccia.
Necropolis of Prunittu
Via Grazia Deledda
complesso di ben 27 domus de Janas - casa delle fate- , tombe ipogeiche risalenti alla età neolitica scavate nella roccia.
Il Nuraghe Losa, è situato nella parte centro occidentale della Sardegna nell’altopiano basaltico di Abbasanta, nella provincia di Oristano. Facilmente raggiungibile da tutti i porti e aeroporti dell’isola, situato a poca distanza dalla 131 tra il km 123 e il km 124. Il Losa è una delle espressioni più alte dell'architettura nuragica, per il disegno organico, la compattezza dei volumi e la raffinatezza delle tecniche murarie.
località Nuraghe Losa
località Nuraghe Losa
Il Nuraghe Losa, è situato nella parte centro occidentale della Sardegna nell’altopiano basaltico di Abbasanta, nella provincia di Oristano. Facilmente raggiungibile da tutti i porti e aeroporti dell’isola, situato a poca distanza dalla 131 tra il km 123 e il km 124. Il Losa è una delle espressioni più alte dell'architettura nuragica, per il disegno organico, la compattezza dei volumi e la raffinatezza delle tecniche murarie.
Orari: Novembre-Marzo MA-DO 09:00-17:00 Aprile-Maggio LU-DO 09:00-18:00 Giugno-Luglio LU-DO 09:00-19:00 Agosto LU-DO 09:00-20:00 Settembre LU-DO 09:00-19:00 Ottobre LU-DO 09:00-18:00 Tharros fu fondata verso la fine dell'VIII secolo a.C. e venne abbandonata attorno all'anno 1050 d.C. per dare origine ad Aristiane, l'attuale Oristano. Quello che è visibile della città si riferisce principalmente alla sua fase romana imperiale, ma rimangono anche monumenti della precedente epoca punica, di rilevante interesse.
119 Recomendado por los habitantes de la zona
Area Archeologica Tharros
SP6
119 Recomendado por los habitantes de la zona
Orari: Novembre-Marzo MA-DO 09:00-17:00 Aprile-Maggio LU-DO 09:00-18:00 Giugno-Luglio LU-DO 09:00-19:00 Agosto LU-DO 09:00-20:00 Settembre LU-DO 09:00-19:00 Ottobre LU-DO 09:00-18:00 Tharros fu fondata verso la fine dell'VIII secolo a.C. e venne abbandonata attorno all'anno 1050 d.C. per dare origine ad Aristiane, l'attuale Oristano. Quello che è visibile della città si riferisce principalmente alla sua fase romana imperiale, ma rimangono anche monumenti della precedente epoca punica, di rilevante interesse.
Santa Cristina costituisce una delle più importanti aree sacre della Sardegna nuragica, uno dei più significativi esempi di santuario dedicato al culto delle acque.
Santuario Campestre di Santa Cristina
Santa Cristina costituisce una delle più importanti aree sacre della Sardegna nuragica, uno dei più significativi esempi di santuario dedicato al culto delle acque.
122 Recomendado por los habitantes de la zona
Bosa
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Parco di San Leonardo di Siete Fuentes
SP20
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Cascata di Sos Molinos
SP15
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Istrampu de Capu Nieddu
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Su Stampu 'e su Turrunu
SP8
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Asinara
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https://gorropu.info/en/
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Gola di Gorropu
Località Gorropu
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The Giants of Mont'e Prama are ancient stone sculptures created by the Nuragic civilization of Sardinia, Italy. Fragmented into numerous pieces, they were discovered in March 1974 on farmland near Mont'e Prama, in the comune of Cabras, province of Oristano, in central-western Sardinia
41 Recomendado por los habitantes de la zona
Giants of Mont'e Prama
SP7
41 Recomendado por los habitantes de la zona
The Giants of Mont'e Prama are ancient stone sculptures created by the Nuragic civilization of Sardinia, Italy. Fragmented into numerous pieces, they were discovered in March 1974 on farmland near Mont'e Prama, in the comune of Cabras, province of Oristano, in central-western Sardinia

City/town information

Il complesso termale, tra i più importanti della Sardegna, gravita sul sito urbano di "Forum Traiani" (da cui il nome Fordongianus). L'abitato, di fondazione tardorepubblicana, fu costituito da Traiano come centro di mercato tra le comunità dell'interno e le popolazioni romanizzate dell'entroterra del golfo di Oristano. Entro l'inizio del IV sec. d.C. fu probabilmente elevato al rango di "municipium". Le terme, le antiche "Aquae Ypsitanae", si dispongono su vari livelli e sono composte da due stabilimenti: il primo, a N, del I sec. d.C.; il secondo, a S, del III sec. d.C. Il primo stabilimento sfruttava le acque che ancora oggi sgorgano alla temperatura di 54 °C dallo strato alluvionale soprastante il banco vulcanico. COME ARRIVARE Da Oristano si percorre la SP 55 per Silì e si prosegue sulla SS 388 in direzione di Simaxis e Ollastra. Si continua fino a Fordongianus. Dal centro del paese si prende la via delle terme fino a raggiungere l'area archeologica.
12 Recomendado por los habitantes de la zona
Fordongianus
Via Alfonso Lamarmora
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Il complesso termale, tra i più importanti della Sardegna, gravita sul sito urbano di "Forum Traiani" (da cui il nome Fordongianus). L'abitato, di fondazione tardorepubblicana, fu costituito da Traiano come centro di mercato tra le comunità dell'interno e le popolazioni romanizzate dell'entroterra del golfo di Oristano. Entro l'inizio del IV sec. d.C. fu probabilmente elevato al rango di "municipium". Le terme, le antiche "Aquae Ypsitanae", si dispongono su vari livelli e sono composte da due stabilimenti: il primo, a N, del I sec. d.C.; il secondo, a S, del III sec. d.C. Il primo stabilimento sfruttava le acque che ancora oggi sgorgano alla temperatura di 54 °C dallo strato alluvionale soprastante il banco vulcanico. COME ARRIVARE Da Oristano si percorre la SP 55 per Silì e si prosegue sulla SS 388 in direzione di Simaxis e Ollastra. Si continua fino a Fordongianus. Dal centro del paese si prende la via delle terme fino a raggiungere l'area archeologica.
288 Recomendado por los habitantes de la zona
Alghero
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Discover the murals, paintings that characterize the façades of the houses in central Sardinia and became an original tool of communication and protest in the second half of the twentieth century
54 Recomendado por los habitantes de la zona
Orgosolo
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Discover the murals, paintings that characterize the façades of the houses in central Sardinia and became an original tool of communication and protest in the second half of the twentieth century

Beach

Is Arutas è la spiaggia più celebre dell’area marina della penisola del Sinis, nota come ‘spiaggia dei chicchi di riso’ per forma e consistenza dei granelli. È il gioiello del territorio di Cabras, il cui abitato dista circa 14 chilometri, una spiaggia immancabile nel tuo viaggio in Sardegna, spesso inserita ai vertici delle classifiche internazionali: gli esperti di Vanity Fair Travellers la scelsero nel 2013 tra le più belle al mondo. La raggiungerai passando per San Salvatore di Sinis, luogo sacro sin dalla preistoria, che deve il nome a un santuario eretto su un ipogeo paleocristiano. La borgata cabrarese fu scenario di film western degli anni Settanta del XX secolo, oggi ci troverai parcheggio, chiosco-bar e area campeggio.  Le (ex) capanne dei pescatori sono divenute ristorantini a contorno dell’arenile. Nel villaggio darai un tocco alternativo alla vacanza: a inizio settembre è meta della suggestiva Corsa degli Scalzi. A impreziosire il panorama contribuisce la prospiciente isola di Mal di Ventre, un’oasi naturalistica dalla forma inconsueta dove nidificano le tartarughe marine e nei cui abissi si celano relitti di ogni epoca, tra cui uno del I secolo d.C. Forse dall’erosione, in centinaia di milioni di anni, del granito porfirico dell’isolotto – in origine un monte, quando il livello del mare era più basso dell’attuale - deriva la genesi di is Arutas e delle due spiagge ‘gemelle’ vicine: a nord Mari Ermi, a sud Maimoni, anch’esse fatte di minuscoli frammenti di quarzo misti a sabbia chiara.
40 Recomendado por los habitantes de la zona
Spiaggia di Is Arutas
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Is Arutas è la spiaggia più celebre dell’area marina della penisola del Sinis, nota come ‘spiaggia dei chicchi di riso’ per forma e consistenza dei granelli. È il gioiello del territorio di Cabras, il cui abitato dista circa 14 chilometri, una spiaggia immancabile nel tuo viaggio in Sardegna, spesso inserita ai vertici delle classifiche internazionali: gli esperti di Vanity Fair Travellers la scelsero nel 2013 tra le più belle al mondo. La raggiungerai passando per San Salvatore di Sinis, luogo sacro sin dalla preistoria, che deve il nome a un santuario eretto su un ipogeo paleocristiano. La borgata cabrarese fu scenario di film western degli anni Settanta del XX secolo, oggi ci troverai parcheggio, chiosco-bar e area campeggio.  Le (ex) capanne dei pescatori sono divenute ristorantini a contorno dell’arenile. Nel villaggio darai un tocco alternativo alla vacanza: a inizio settembre è meta della suggestiva Corsa degli Scalzi. A impreziosire il panorama contribuisce la prospiciente isola di Mal di Ventre, un’oasi naturalistica dalla forma inconsueta dove nidificano le tartarughe marine e nei cui abissi si celano relitti di ogni epoca, tra cui uno del I secolo d.C. Forse dall’erosione, in centinaia di milioni di anni, del granito porfirico dell’isolotto – in origine un monte, quando il livello del mare era più basso dell’attuale - deriva la genesi di is Arutas e delle due spiagge ‘gemelle’ vicine: a nord Mari Ermi, a sud Maimoni, anch’esse fatte di minuscoli frammenti di quarzo misti a sabbia chiara.
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Spiaggia di Mari Ermi
SP66
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Spiaggia di Sa Rocca Tunda
Via Su Moru
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Dune di Piscinas
spiaggia di Piscinas
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Sa Mesa Longa
Sa Mesa Longa
I Gatti di Su Pallosu - Oasi Felina Privata (Visite solo su Appuntamento)
12 via ziu triagus
Su Crastu Biancu
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